Shōdai e i suoi standard

La regola non scritta vorrebbe vedere gli ozeki non faticare per raggiungere 10 vittorie, ma è davvero fattibile? Vediamo cosa dicono le statistiche e come si comporta Shōdai

Finalmente ce l’ha fatta. In Giappone le scommesse sportive sul sumo sono vietate dunque non sappiamo a quanto i bookmakers avrebbero quotato il kachi-koshi di 正代 Shōdai, ma siamo sicuri che non era affatto un’eventualità prevedibile. Dopo la mediocre prestazione di gennaio (6-9), l’ozeki era a rischio declassamento, e l’ottava vittoria che ha cancellato questa eventualità è arrivata solamente nel day 14, per giunta contro il leader del torneo 高安 Takayasu. Ancora una volta Shōdai era partito a handicap, con quattro sconfitte in altrettante giornate da inizio torneo, ma dalla seconda settimana in poi qualcosa è cambiato e i risultati sono iniziati ad arrivare.

Ancora una volta va sottolineato come la scelta degli avversari è andata a suo favore dato che, ad una giornata dal termine, non ha affrontato né i due sekiwake, né lo shin ozeki 御嶽海 Mitakeumi, né lo Yokozuna ritiratosi dopo sei giorni. In ogni caso va dato a Shōdai quel ch’è di Shōdai e il kachi-koshi è pienamente meritato: si dubitava persino che avrebbe avuto la caparbietà di continuare il torneo, col rischio di ricevere una pesante batosta in termini di sconfitte. Invece lui al suo 37esimo torneo in Makuuchi ha tirato fuori una serie di prestazioni di grande esperienza e soprattutto di voglia di vincere, tra cui spiccano quelle contro 霧馬山Kiribayama, 豊昇龍 Hōshōryu e il collega di reparto 貴景勝 Takakeishō.

Ritiratosi per un infortunio durante l’Hatsu Basho anche Takakeishō era in stato di kadoban ozeki in questo torneo, e ha cancellato la sua macchia al day 11. Dopo con una partenza in salita e una parte centrale di torneo convincente, il 25enne Takakeishō è ancora lontano dall’avere le energie necessarie per essere competitivo per il titolo. Ma almeno dovrebbe essere in grado di raggiungere la doppia cifra di vittorie più agevolmente di Shōdai.

Da quando ha assunto il grado di ozeki alla fine del 2020 infatti, Shōdai non è stato esente da aspre critiche. Si dice che nel sumo esista uno standard Ozeki, regola non scritta che vorrebbe vedere gli ozeki soddisfare le aspettative della sua posizione, con la doppia cifra di vittorie e restare in corsa per la coppa dell’Imperatore fino agli ultimi giorni di torneo. Ovviamente non tutti i rikishi sono in grado di produrre risultati del genere e, come accaduto a Shōdai, vengono messi in discussione. In altre parole, ci si aspetta che producano un livello molto alto di sumo costantemente forte al fine di mantenere la “dignità” del loro grado.

Partendo da questo sentimento generale vediamo attraverso i numeri quanto è rispecchiato, e per farlo prendiamo le carriere degli ultimi 30 Ozeki, risalendo al 1970, per vedere fino a che punto questo presunto standard è stato davvero rispettato durante quel periodo.

Dalla promozione di 前の山 Maenoyama Taro nel 1970, solo quattro ozeki sono riusciti a ottenere un record di vittorie a due cifre in più della metà dei loro tornei, e di questi solo un rikishi ha mantenuto il rango per più di 20 tornei. In media, un ozeki durante questo periodo di tempo si è assicurato il record di vittorie a due cifre nel 30,91% dei basho che hanno disputato in quella posizione. Nel frattempo, la percentuale media di make-koshi per basho di un ozeki è molto simile, al 28,59%. Ciò significa che, in termini di medie, un ozeki ha quasi le stesse probabilità di diventare kadoban quanto lo è di portare a casa dieci o più vittorie.

Kotokaze Kōki (fonte)

È interessante notare che la percentuale più alta di record a due cifre e la percentuale più bassa di make-koshi come Ozeki sono entrambe detenute dallo stesso uomo:琴風 Kotokaze (22), il quale ha gareggiato in circa un terzo dei tornei di 博之 Kaio – cosiddetto “il più grande ozeki” – 22 tornei a 65. Tuttavia estrapolare dei dati in maniera così cruda, tralasciando tutte le dinamiche che si creano durante le carriere dei rikishi e lo svolgimento dei tornei, non offre una visione completa di ciò che accade. In ogni caso, questo tentativo di dipingere un quadro più ampio con l’aiuto dei numeri sembra indicare che il requisito di un basho affrontato da protagonista per un ozeki venga raramente soddisfatto.

Allora detto ciò, come si comporta Shōdai? Beh, sfortunatamente non troppo bene. Nei suoi nove tornei come Ozeki, solo una volta ha raggiunto almeno 10 vittorie, nel gennaio dello scorso anno, ottenendo una percentuale di successo del 11,1%, la quinta più bassa della lista. Tuttavia anche il suo rapporto make-koshi è leggermente inferiore alla media, al 33%. A questo proposito è forse più simile ad 朝潮 Asashio, ozeki durante il regno di 千代の Chiyonofuji, che produsse per lo più record di vittorie a una cifra. La grande differenza che va presa n considerazione è che Shodai è un lottatore ancora in attività. Quindi i suoi valori sono ancora un lavoro in corso, e in passato ci sono stati rikishi che hanno iniziato il loro soggiorno da ozeki volando basso, per aumentare successivamente la consistenza dei loro risultati. Quindi quanto accaduto all’Haru Basho 2022 mette sicuramente Shōdai in questa direzione: il pericolo è stato scampato, e ora la ritrovata fiducia può tradursi in più vittorie.

Dati raccolti da Noah Wellbrock-Talley

4 pensieri riguardo “Shōdai e i suoi standard”

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...