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Il mondo del sumo raccontato da un italiano in Giappone
大相撲について イタリア人が イタリア語で語る

“Mi è stato concesso di poter vedere un bellissimo panorama e vorrei rivederlo presto”, aveva detto in quell’occasione il 24enne giapponese, senza poter minimamente immaginare che sarebbe sull’auto del vincitore anche nel torneo successivo… ma questa volta da protagonista!

“Era come il continuo del telefilm incominciato a gennaio, è come se non fossi mai sceso da quella macchina”.

Nella sua heya a ottenere risultati eccellenti recentemente era stato Atamifuji, lottatore più giovane di Takerufuji, il quale è rimasto in corsa per il titolo facendo nascere sentimenti d’invidia nei suoi compagni. Takerufuji, quando era ancora in Makushita, ha dichiarato di sentirsi “frustrato perché non vedevo l’ora di salire in Makuuchi e lottare per diventare campione”. Ora le parti si sono invertite: è Atamifuji ad essere felice per il compagno ma un po’ deluso per la propria prestazione.

Il successo di un debuttante in Makuuchi non si verificava da 110 anni, e lo stesso Takerufuji l’ha definita “una vittoria ottenuta da tutti noi della Isegahama-beya”. Il prossimo torneo la Isegahama-beya avrà ben 6 rikishi in Makuuchi, e ognuno si sta migliorando attraverso una pratica intensa di allenamenti secondo le tecniche più avanzate nel sumo moderno. Terunofuji, il rikishi di livello più alto della palestra, ha elogiato Takerufuji dicendo “la tua vittoria mi rende più felice delle mie 9 volte”. Questo grande risultato che ha scritto la storia del sumo potrebbe essere considerato proprio il risultato del “team Isegahama”.

Takerufuji, prima del debutto più rapido di sempre in Makuuchi (solo nove tornei), ha subito un incidente inaspettato: strappo muscolare alla parte destra del busto. “Non volevo indossare supporti o bende, non mi piace”, ha detto Takerufuji mentre ogni giorno applica un cerotto elastico sull’area infortunata. Si può presumere quindi che il dolore fosse molto intenso. “Anche se avevo molto dolore, gradualmente il corpo ci si è abituato ed è sparito; penso di essere riuscito a superarlo”, ha detto con leggerezza mentre accumulava vittorie sin dal primo giorno del Torneo di Osaka.

Il settimo giorno è diventato il primo debuttante in Makuuchi a trovarsi in cima alla classifica da Takanoiwa 33 anni fa, e l’ottavo giorno è diventato il primo debuttante in Makuuchi a vincere tutti i match nel suo primo torneo in 13 anni, dal tempo di Kaisei. La sua striscia di vittorie non si è fermata lì: il giorno 11 ha sconfitto il nuovo Ōzeki Kotonowaka aggiudicandosi 11 vittorie consecutive dal day 1, cosa che non succedeva da gennaio 1960, eguagliando il primato stabilito da Taihō. Nonostante l’entusiasmo circostante, Takerufuji non si è preoccupato affatto dei record, concentrato solo sul match da affrontare.

“Devo lottare in modo da restare impresso nella memoria delle persone, altrimenti non si arriva a infrangere i record. Voglio fare un sumo memorabile”, ha dichiarato con determinazione. Anche se la possibilità di vincere il titolo da debuttante in Makuuchi diventava sempre più concreta. “Non ci penso affatto. Mi concentrerò solo su ogni giorno, cercando di non farmi male”, continuava a ripetersi

Il dodicesimo giorno avrebbe potuto segnare un nuovo record ma la sconfitta per kotenage contro Hoshoryu gliel’ha impedito. “È una competizione, ci sono vittorie e sconfitte. Bisogna solo continuare a concentrarsi”, ha risposto senza mostrare troppa delusione ma tanta volontà ad andare avanti. Anche il suo rivale più vicino, Onosato, è stato sconfitto lo stesso giorno, quindi il distacco è rimasto invariato. Prima del tredicesimo giorno, durante il quale avrebbe affrontato il Sekiwake Wakamotoharu, ha ricevuto un consiglio durante una telefonata con Terunofuji, già ritiratosi dal torneo: “Non basta far bene il tachi-ai per sconfiggere i rikishi top, devi rompere la loro postura e prendere l’iniziativa in modo efficace”. Alla fine, anche se sembrava in difficoltà con la presa sinistra preferita dall’avversario, Takerufuji si è mosso in avanti, inserendo anche la sua destra e vincendo con una spinta. Il consiglio del suo Yokozuna ha portato risultati.

“Dal quattordicesimo giorno ho cominciato a pensare seriamente alla possibilità di diventare campione. Non ci avevo pensato troppo fino ad allora, ma all’improvviso ho cominciato a rendermene conto e ho cominciato a innervosirmi” ha confessato il Maegashira 17, un individuo con una forte resilienza mentale, ma in difficoltà di fronte un’impresa così storica. Anche se all’esterno sembrava ancora affrontare gli avversari con disinvoltura, il match del 14° giorno contro Asanoyama, si è rivelato drammatico. Quando l’ex Ōzeki, l’ha chiuso con una presa destra, non è riuscito a evitare di cadere a terra infortunandosi alla caviglia destra. Takerufuji non riusciva nemmeno a camminare autonomamente, ed è stato portato via in carrozzina e trasportato direttamente in ospedale in ambulanza. Anche se non c’era nessuna frattura, si era danneggiato il legamento.

Tornato alla sua heya, quando ha reso noto la gravità dell’infortunio al suo capopalestra (ex yokozuna Asahifuji), questo gli ha detto: “Fermati. Se non hai la forza, è impossibile”, e lo stesso rikishi sembrava vicino alla decisione inevitabile, ritirarsi l’ultimo giorno. “Non riesco a camminare, la situazione è difficile”, ma anche in questo caso è intervenuto lo Yokozuna: “Tu puoi farcela sicuramente”.

Da quel momento, è avvenuto un miracolo. Le parole dello Yokozuna, “Sarai un lottatore che rimane nella memoria delle persone più che nei record. Non si tratta di vincere o di perdere”, gli hanno dato la forza di andare avanti. “Appena prima non riuscivo a camminare, ma quando lo Yokozuna mi ha detto ‘alzati’, sono riuscito a camminare un po’ da solo. È stato spaventoso anche per me.”

Così mi sono rivolto al mio oyakata per chiedere di partecipare. Lui mi ha risposto con un semplice “Se vuoi farlo, io non sono contrario”, così ho deciso di salire sul dohyo il giorno successivo. Non posso aspettare il risultato di un altro rikishi. Se mi riposo, rimarrò con il rimpianto per tutta la vita. Ho pensato che potrebbe essere la fine, ma…”

“Nel più grande momento della mia vita nel sumo, ho considerato anche di provare a fare henka. Onestamente, c’era un po’ il desiderio di vincere ad ogni costo”, ma questo pensiero è stato subito soppresso. Il desiderio di prendere il trofeo con le proprie mani ha prevalso.

La vittoria decisiva è arrivata contro il potente Gonoyama. “Alla fine, ho vinto grazie alla forza mentale – ha dichiarato Takerufuji dopo il match – Anche se la mia presa al mawashi si è spezzata, alla fine ho spinto con tutta la mia forza e sono riuscito a sconfiggerlo. Non mi ricordo niente. Non capivo più nulla”. Per la prima volta nella storia del sumo vince la Coppa dell’Imperatore un lottatore con un “chonmage” ancora non annodato in stile “oicho”. Aggiungendo anche i tre premi speciali, il giovane lottatore di 24 anni ha compiuto un’impresa che rimarrà nella memoria e nei record.

“Gli uomini di sumo dell’era Showa lottavano anche se erano feriti. Un infortunio ai legamenti non è niente di grave. Quando sali sul dohyo, non si tratta di uno sport ma di una battaglia tra uomini, nasce qualcosa di nuovo. Mi sono preparato a lottare dimenticando il dolore.” Nel cuore di questa supernova apparsa nel dohyo dell’era Reiwa, c’è saldamente radicato lo spirito dei guerrieri giapponesi antichi.

(tradotto integralmente, adattato e integrato dall’articolo di Taro Arai su Number Web)

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Quote of the week

“Like a demon, you all go out to win. When you step out of the ring, you are gentle. For me that’s what dignity is. Yokozuna sumo… no matter if you are young or if you are old, even if you are a nice person, a good Yokozuna, if you don’t get results on the dohyo you should retire. I believe that winning is Yokozuna sumo

~ Hakuhō Shō