Avevamo raccontato in questo articolo la storia dei primi lottatori di origini brasiliana ad approdare nel mondo del sumo, con la tradizione iniziata da Tatsunishiki, addirittura nel 1967. Con il passare degli anni, oltre ad aumentare il numero, è aumentato anche il livello dei rikishi che compirono la traversata oceanica dal Brasile verso il Giappone, e nei primi anni ’90 arrivarono i primi sekitori, capaci di raggiungere la divisione Jūryō. Il vero salto di qualità però c’è stato negli anni successivi, e in questa seconda parte della storia vorremmo parlarvi proprio di Kaisei Ichirō, unico lottatore capace di issarsi fino alla posizione di sekiwake e ritiratosi nel settembre 2022.
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Prima di lui però, cronologicamente, abbiamo altri tre rikishi. Uno è Kotonomori Takamori 琴乃盛 隆盛, attivo solamente per quattro tornei, nel 1999, dove ha sempre fatto registrare un saldo positivo di vittorie. Ma evidentemente questo non è stato sufficiente a convincerlo a proseguire una carriera in questo sport: da jonidan 69 infatti non ha preso parte al torneo di gennaio 2000, annunciando il suo ritiro e lasciando la Sadogatake-beya per tornare in patria.
Decisamente più fruttuosa invece è stata la carriera di Takaazuma Katsushige e Kaishin Kikuzo, entrambi esordienti nel 2004.
Takaazuma Katsushige 孝東 克重 nato a Guarulhos, Sao Paulo nel 1981, iniziò a prendere dimestichezza con il sumo nell’Accademia di Sao Paulo assieme ad altri brasiliani di origini giapponesi e, come si legge in questo articolo tratto dal blog sumobrasileiro, si fece notare “per la grande forza fisica, il piacere nell’allenarsi; per il carisma; e le sue doti esplosive nella corsa” fino a ricevere una convocazione dalla palestra Tamanoi, destinazione in passato del folto gruppo di rikishi brasiliani degli anni ’90. Christiano Luis de Souza, questo il suo nome di battesimo, esordì nel torneo di maggio 2004 assieme agli estoni Baruto and Kitaoji, facendo registrare un dignitosissimo 6-1 replicato per altri due basho. Dopo cinque kachi-koshi consecutivi tuttavia è arrivato il primo infortunio a tenerlo fermo per un torneo, impedendogli di lottare nella divisione Makushita. Purtroppo riuscì a tornare a quel livello solamente dopo oltre due anni, nel novembre 2007, dovendo gestire nel frattempo ulteriori infortuni. La più alta classifica Takaazuma l’ha raggiunta nel marzo 2008 come makushita 24, ma un netto 1-6 non gli ha permesso di fare il salto ulteriore, e dopo il torneo di settembre di quell’anno è arrivato il suo ritiro, annunciato a sorpresa a 27 anni.

Troppi infortuni hanno minato la sua carriera da lottatore ma non il suo spirito di brasiliano in giappone, e ancora adesso Takaazuma risiede a Tokyo. Le ultime notizie lo danno come gestore di un furgone paninoteca, Polpetta Rotisserie Chicken (qui la pagina Facebook), sposato con una giapponese e padre di tre figli. Nel 2015 poi ha dato prova di grande umanità aiutando a riparare i danni dopo la grave inondazione a Jōsō, Ibaraki, zona dove risiede. Grazie alla sua competenza in giapponese, portoghese, inglese, cinese e spagnolo, è stato in grado di aiutare altri stranieri ripristinando proprietà danneggiate, facendo traduzioni e lavori di riparazione [fonte].
Sempre nel 2004, ma nel torneo di gennaio, ha fatto il suo esordio nel sumo Kaishin Kikuzo 魁心 菊三. Nato a Para nel 1986, ha sùbito mostrato una propensione verso questo sport vincendo un torneo amatoriale in Brasile; e le sue discendenze giapponesi gli hanno permesso, tramite uno zio, di entrare in contatto con Tomozuna Oyakata (ex-sekiwake Kaiki). Con il ritiro dello statunitense Sentoryū Henri, si è aperto un posto per un lottatore straniero nella palestra Tomozuna, prontamente preso da Kaishin.
Purtroppo l’andamento della sua carriera non si discosta troppo da quello del suo connazionale Takaazuma, con l’unica differenza che è durata qualche anno in più. Anche Kaishin (inizialmente con lo shikona Kainohama 魁ノ浜) ha iniziato con una serie di kachi-koshi, tanto da arrivare a giocarsi ai play-off il titolo jonidan nel gennaio 2005. La sua salita nel banzuke è stata inframezzata da svariati infortuni e nel maggio 2010, con un fisico da 185 cm e 160.8 kg, ha fatto il suo esordio in Makushita, la terza divisione. È riuscito in questo traguardo in altre due occasioni senza però mai produrre un record positivo di vittorie, e finendo per ritirarsi dopo il torneo di gennaio 2012 terminato con il quinto make-koshi consecutivo e il declassamento in Jonidan dopo quattro anni.

Kashin, come Takaazuma, prediligeva uno stile di lotta più incentrato sulle prese al mawashi piuttosto che spinte dirette, ottenendo la maggior parte delle sue vittorie per yorikiri. Chiusa la carriera nel sumo con un best ranking da makushita 49, Kaishin è passato alla ristorazione lavorando come cameriere nel ristorante del suo ex compagno di palestra Kaishoryu. La sua storia è direttamente connessa con quella di Kaisei Ichirō – il vero protagonista di questo articolo – perché Kaishin prendendo la cittadinanza giapponese quando era ancora un rikishi, ha permesso alla sua palestra di reclutare altri lottatori stranieri e la scelta ricadde sul promettente Kaisei.
Ricardo Sugano è nato a San Paolo il 18 dicembre 1986 e da ragazzino non mostrava affatto un interesse verso il calcio, preferendo piuttosto sport da contatto come il judo. A 16 anni, considerando la sua notevole stazza, gli venne suggerito di partecipare ai campionati amatoriali brasiliani di sumo, dove vinse la competizione nella categoria senza limiti di peso. Questo risultato lo spinse a continuare gli allenamenti sotto la supervisione di Wakaazuma (ex jūryō di cui avevamo raccontato la storia in questo articolo) e ad approfondire la conoscenza di questa disciplina, ma il modo più efficace per farlo era andare direttamente alla fonte, cioè il Giappone. Le conoscenze di Wakaazuma, ritiratosi nel 2003, gli permisero di entrare in contatto con la Tomozuna-beya – la stessa di Kaishin – e venne accolto come lottatore nel 2006.
La presenza del suo connazionale nella palestra agevolò molto l’adattamento di Ricardo in un paese straniero, mentre per quel che riguarda la dieta non fu un problema visto che suo nonno, di nazionalità giapponese, già gli preparava piatti giapponesi quando vivevano in Brasile. E proprio per onorare Ichirō, il suo defunto nonno, Ricardo prese il nome di Kaisei Ichirō 魁聖 一郎.
Dopo un primo torneo nel settembre 2006 in maezumo, Kaisei a 19 anni ottenne in quello successivo un record di 6-1, con un fisico da 193 cm e 146 kg. Le buone prestazioni si ripeternono nei tornei successivi e nonostante qualche make-koshi, approdò stabilmente in makushita nel giro di due anni. Anche qui non sono mancati gli alti e bassi e per poco non ci scappò anche il titolo. Nel settembre 2009, col rango di Ms46, ottenne sette vittorie su altrettanti incontri e si giocò tutto in un play-off con il georgiano Ms10 Gagamaru che vinse il torneo. Successivamente a Kaisei gli ci vollero tre 5-2 consecutivi per uscire finalmente dal purgatorio del sumo, e fare il suo ingresso tra i sekitori (cioè i lottatori che ricevono uno stipendio mensile). L’esordio in Jūryō (quarto del suo paese a raggiungere questo traguardo) avvenne nel luglio 2010 e per i successivi 12 anni non è più sceso, diventando non solo il lottatore brasiliano di maggior successo ma anche il più longevo.
A novembre 2010, al terzo torneo in questa categoria, vinse il titolo Jūryō – il primo e unico della sua carriera – con il record di 11-4 seguito da un play-off a tre con Tochinowaka and Toyohibiki, battuti entrambi da Kaisei. Nel torneo successivo, un record di 8-7 da J1 gli fu sufficiente per entrare in Makuuchi, la massima divisione.
Il debutto nella Serie A del sumo fu scoppiettante: il 24enne Kaisei vinse infatti i primi 9 incontri come maegashira 16, risultato che non si vedeva dai tempi di Sadanoumi nel 1980, mantenendo un testa a testa con lo Yokozuna Hakuho. Ad infliggergli la prima sconfitta, nel decimo giorno, fu il georgiano Tochinoshin, impedendogli di avvicinarsi al record di Taiho che nel 1960 al debutto in Makuuchi arrivo a 11-0. In ogni caso, Kaisei terminò il Natsu Basho con un dignitosissimo 10-5, tanto da meritarsi il premio per lo Spirito Combattivo, e l’onore di ricoprire il ruolo di tsuyuharai per la cerimonia di ingresso dello Yokozuna Hakuhō, nonché portatore della bandiera durante le parate. “Ero nervoso ma Hakuho mi ha detto che ho fatto un buon lavoro. Sono rimasto accovacciato molto più a lungo di quanto mi aspettassi. È stato difficile. Ma lo Yokozuna è sembrato soddisfatto”, disse Kaisei all’epoca.

Tuttavia le pressioni esterne tipiche di questo sport iniziarono a manifestarsi già al torneo successivo, quando il suo compagno di palestra, il veterano Ozeki Kaiō, annunciò il ritiro, rendendo quindi Kaisei il rikishi dalla classifica più alta nella sua heya. Il brasiliano non reagì bene, e quattro make-koshi consecutivi lo riportarono in Jūryō. La permanenza il seconda divisione durò appena un torneo e nei tornei successivi le sue qualità vennero premiate con un secondo Kantō-shō (a fine carriera saranno tre).
Negli anni successivi si alternarono record positivi a record negativi, certificando comunque il suo status da lottatore di massima divisione. L’apice in termini di classifica venne toccato nel 2016 quando a maggio entro in san’yaku per la prima volta (diventando il primo della sua palestra a riuscirci dopo Kaiō), e con un 8-7 venne promosso a Sekiwake due mesi più tardi. Disputò un unico torneo da Sekiwake non riuscendo a centrare il kachi-koshi, sconfitto nell’ultimo giorno dall’allora Ozeki Terunofuji in un match dove entrambi erano 7-7.
Rimasto lontano dai problemi fisici per tutta la sua carriera, il primo infortunio avvenne durante un allenamento con Hakuhō, in preparazione al torneo di marzo 2017. Un problema al ginocchio gli impedì di salire sul dohyo per i primi giorni di torneo, interrompendo una striscia di 739 incontri consecutivi dal suo esordio nel sumo. Questo problema si ripercosse sulle sue prestazioni, tanto da fare un altro breve passaggio, della durata di un torneo, in seconda divisione. La risalità fu rapida, e addirittura nel marzo 2018 da maegashira 6 chiuse con un 12-3, la sua miglior prestazione in assoluto. Sconfitto solamente da Ichinojō, Endō e dallo Yokozuna Kakuryu, Kaisei finì secondo nel torneo (assieme a Takayasu) dietro il vincitore Kakuryu.
Col passare dei mesi aumentarono anche i problemi fisici per il lottatore brasiliano. Prima un infortunio al polpaccio sinistro gli impedì di disputare per intero il torneo di novembre 2018 da Komusibi; poi si susseguirono problemi al tendine del bicipite destro (accusato durante un match contro Ryuden nel maggio 2019) e al braccio destro, che gli costarono l’ennesimo declassamento il seconda divisione. Infine la positività al covid di un suo compagno di palestra lo tenne fuori per tutto il torneo di gennaio 2021 (unica volta in 16 anni di carriera che ha saltato un basho per intero). Tornato in Jūryō per l’ultima volta nel marzo 2022 ha fatto registrare solamente 15 vittorie in tre tornei, e in vista di un suo declassamento in Makushita, Kaisei Ichirō ha annunciato il ritiro nell’agosto 2022.
“È grandioso esser arrivato così lontano nel sumo ma allo stesso tempo è un sollievo annunciare il ritiro“. Come detto, l’idea di scendere in terza divisione dopo oltre un decennio non lo stuzzicava affatto. “In molti mi hanno spinto affinché continuassi e ottenessi le 4 vittorie necessarie per risalire tra i sekitori, ed essendo a malapena infortunato, avrei anche potuto farcela. Ma il fatto è che mi sono indebolito in generale, e la forza non è qualcosa che ti può ritornare“.
Nella conferenza tenuta dopo aver annunciato il ritiro, Kaisei ha aggiunto: “Gli ultimi 16 anni sono volati via in un batter d’occhio, e quanto mi sono divertito fino a questi ultimi mesi“. Parlando del suo più bel ricordo come lottatore non ha avuto dubbi: “Battere l’ozeki Takayasu nell’ultimo match di giornata, nel torneo di luglio 2018, day 10. Fino a quel momento mi era capitato di disputare qualche match conclusivo di giornata, ma senza mai riuscire a vincere. L’atmosfera era tutt’altra cosa quando filamente ce l’ho fatta; i fan sono stati fantastici quel giorno e non avrei potuto farcela senza”. In vista della sua carriera da allenatore, col nome di Tomozuna Oyakata, ha aggiunto: “Non voglio che i miei allievi pensino solo a migliorare il loro sumo, ma anche all’approccio nella vita quotidiana, e sopratutto come mostrare riconoscenza verso i fan”.
Ottenuta la cittadinanza giapponese nel 2014, Kaisei ha quindi potuto ereditare il titolo di Tomozuna Oyakata, appartenuto precedentemente al suo allenatore e rimasto vacante proprio poco prima del suo ritiro. La palestra a cui è affiliato ora risponde al nome di Ōshima-beya.
Sposatosi nel luglio 2020 con una donna giapponese dopo cinque anni di fidanzamento, adesso Kaisei puoi alternare la vita familiare a quella di allenatore, mantenendo sempre la consapevolezza di aver scritto la storia del sumo per il suo paese. Infatti Kaisei è il primo brasiliano a raggiungere la divisione Makuuchi, il primo brasiliano a raggiungere il San’yaku e il primo brasiliano a ottenere il riconoscimento di oyakata, traguardi di cui il suo paese deve essere orgoglioso.
Chiudiamo con uno sguardo al futuro, perché se è vero che al momento non ci sono lottatori brasiliani nel banzuke, ce n’è uno le cui origini rimandano al pease sudamerico. Si tratta di Lucas Kazuo Iima, 23 anni, ex giocatore di rugby alla Nagoya University of Economics. Con il nome di Agora, questo rikishi con 184 cm per 147 kg è una delle otto reclute introdotte nel sumo professionistico a dicembre 2022; e a gennaio di quest’anno ha fatto il suo esordio nel mae-zumo, vincendo l’ultimo incontro dopo quattro sconfitte. Appartenente alla Ajigawa-beya (che conta appena due lottatori), Agora disputerà il torneo di marzo col ranking di Jonokuchi 15 il terzultimo posto in assoluto del banzuke. La strada verso la cima è lunga e ardua, tuttavia non dovrà scoraggiarsi perché come abbiamo appena visto, c’è chi l’ha già percorsa prima di lui e ciò dev’essere fonte d’ispirazione.