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I 10 migliori match di sumo del 2022

Il sumo è uno di quei sport che di fatto non si ferma mai. Come ad esempio la Formula 1 e il tennis, i tornei dello sport nazionale del Giappone si susseguono a ritmo cadenzato, e solo l’arrivo di un nuovo anno dà come l’illusione che termini una stagione e ne inizi un’altra, mentre di fatto il tempo trascorso tra in basho e l’altro è sempre lo stesso. Sfruttando quindi come riferimento temporale gli ultimi 12 mesi, vediamo quali sono i migliori dieci match della stagione 2022 del sumo. 

Abbiamo preso in considerazione solo le prime due divisioni, Makuuchi e Jūryō, cercando di usare come criteri di scelta sia il valore tecnico dell’incontro sia la sua rilevanza per la classifica del torneo. Ecco gli incontri in ordine temporale.

1) WAKATAKAKAGE – TAKAYASU Haru Play-off, 27 marzo 2022

Probabilmente l’incontro più bello ed emozionante di tutto l’anno. Il sekiwake Wakatakakage batte il maegashira 7 Takayasu aggiudicandosi a marzo il primo torneo della sua carriera. Non mancano le occasioni per entrambi i lottatori ma alla fine la maggior elasticità e agilità di Wakatakakage gli permettono di chiudere per uwatedashinage. Per Takayasu questa è solo la prima di una lunga serie di delusioni che lo accompagneranno durante l’anno.

2) SADANOUMI – TAKANOSHŌ Natsu Day 15, 22 maggio 2022

Tra i tanti insospettabili che hanno lottato per il titolo in questa stagione ci sono anche M12 Sadanoumi (10-4) e M4 Takanoshō (11-3), che nell’ultimo giorno del Natsu Basho avevano ancora chance di raggiungere Terunofuji in un potenziale play-off. Alla fine lo yokozuna ha vinto il suo match togliendo loro qualsiasi possibilità, ma i due rikishi si sono comunque accontentati con un premio: Fighting Spirit per Sadanoumi, e Outstanding Performance per Takanoshō. A noi invece hanno regalato questo avvincente incontro.

3) ICHINOJŌ – TERUNOFUJI Nagoya Day 5, 14 luglio 2022

La seconda parte di stagione per Terunofuji è stata caratterizzata da molte più ombre che luci, e le prime incrinature sono arrivate a luglio quando, nella quinta giornata, è arrivata la seconda sconfitta del torneo per lui. Nel derby della Mongolia, lo yokozuna è stato battuto da Ichinojō in un match forse non particolarmente spettacolare, ma rilevante per il fatto che alla fine Ichinojō alzerà la coppa dell’Imperatore al cielo per la prima volta in carriera. Questa è la nona kimboshi (stella dorata) per lui

4) TERUNOFUJI – WAKAMOTOHARU Nagoya Day 8, 17 luglio 2022

Uno dei match più insoliti e confusionari della stagione (se non addirittura della storia) è quello tra Terunofuji e Wakamotoharu nel torneo di Nagoya. I due rikishi danno vita ad un match lungo e combattuto quando, dopo oltre due minuti di lotta, il gyōji prova ad interrompere l’incontro per permettere loro di recuperare energie, ma il suo tentativo è troppo poco incisivo. Così, inavvertitamente, Wakamotoharu prosegue portando fuori dal dohyō uno yokozuna in stand-by. Il mono-ii è d’obbligo è quindi il match va ripreso da dove era stato interrotto.

5) TOBIZARU – TERUNOFUJI Aki Day 2, 12 settembre 2022

Settembre è l’ultimo torneo disputato dallo yokozuna, terminato dopo 10 giorni caratterizzati da 5 sconfitte. Una di queste è arrivata contro Tobizaru, alla sua prima vittoria contro il primo della classe. Torneo da incorniciare per la stessa volante che chiuderà col record di 10-5, il premio per la performance straordinaria, e l’ingresso in san’yaku.

6) TAKAKEISHŌ – KOTONOWAKA Aki Day 4, 14 settembre 2022

Una delle “mansioni” di un ozeki è quella di rendere difficile la vita ai propri colleghi, ancor di più se sono giovani e in ascesa, per fargli subito capire quant’è dura la vita di un rikishi. Forse anche con questa idea in mente Takakeishō ha affrontato il 25enne Kotonowaka – uno dei lottaotri più promettenti attualmente – nel quarto giorno del torneo di settembre. Kotonowaka ne è uscito malconcio dopo tanti sonori colpi al viso.

7) URA – TERUNOFUJI Aki Day 6, 16 settembre 2022

Un altro rikishi in grado di approfittare delle condizioni non ottimali di Terunofuji è Ura. Il 30enne giapponese infatti torna a battere uno yokozuna per la seconda volta in carriera dopo Harumafuji nel luglio 2017.

8) HOSHŌRYŪ – MIDORIFUJI Kyushu Day 5, 17 novembre 2022

Tra i rikishi che primeggeranno negli anni a venire c’è senza dubbio Hōshōryu, 23enne dalle enormi abilità tecniche. Una prova del suo talento l’ha data nel match contro Midorifuji, in cui si è esibito in una kimarite più unica che rara: Kawazugake. “Di sicuro non ho fatto apposta a vincere con una kimarite rara, non me n’ero neanche accorto. Sento di potermi muovere bene sul dohyo” ha affermato a fine incontro il lottatore della Mongolia.

9) ENHŌ – TOHAKURYU Kyushu Day 11, 23 Novembre 2022

10) ABI – TAKAYASU Kyushu Play-off, 27 novembre 2022

L’ultimo torneo del 2022 si è schiuso con una grande sorpresa (positiva o negativa a seconda dei punti di vista): Abi ha battuto Takayasu sia nel regular match sia al play-off, aprendosi la strada verso la vittoria del suo primo titolo in Makuuchi. I due match – che vi proponiamo entrambi qui sotto – sono quanto di più diverso potrebbe esserci uno rispetto all’altro. Nel primo entrambi i rikishi hanno chance di vincere il match (e nel caso di Takayasu avrebbe significato anche vittorie del torneo), mentre nel secondo Abi opta per un’henka che, seppur controversa, offre sempre una discreta dose di spettacolo.

NEWS RECAP: Teru-out, la cabala dice Takakeisho. Ichinojo, problemi di alcool e violenze

Takakeishō si sveglia sempre a novembre, Asanoyama aveva pensato di nuovo al ritiro ma “era solo un orgoglio insensato”. Tobizaru colleziona Pokemon e vestiti

Ormai non è una notizia degli ultimi giorni, ma quando uno Yokozuna si opera alle ginocchia è sempre un evento di grande risonanza ed è questo il caso di 照ノ富士 Terunofuji il quale ha confermato la sua assenza dal Torneo del Kyushu, al via domenica 13 novembre.

Il medico che ha operato lo Yokozuna, il dottor Takahashi, ha rilasciato alcuni commenti: “Terunofuji sentiva di non poter lottare come uno Yokozuna. Sul piatto c’era l’opzione di non operarsi ma le probabilità che guarisse erano molto flebili.” Durante gli esami pre-operazione pare che lo stesso chirurgo si sia sopreso per la gravità dell’infortunio, soprattutto nei riguardi del ginocchio destro. Il 24 ottobre Terunofuji ha cominciato la riabilitazione e il 26 i punti di sutura sono stati rimossi, il medico ha continuato: “Sono sopreso della velocità con cui sta guarendo.”

Shinohara, dello staff della Isegahama-beya, ha voluto chiarire: “Nonostante il gonfiore delle parti interessate il dolore è decisamente diminuito. Purtroppo stiamo entrando nella stagione fredda e il recupero rallenterà, questo è il momento più importante per guarire al meglio.” Takahashi ha infine chiuso l’argomento col suo parere di medico: “Sono cosciente della grande responsabilità che uno Yokozuna si porta sulle spalle ma sono preoccupato che possa forzare il suo ritorno prima di una completa guarigione. Dove posso cercherò di frenarlo”. A Terunofuji gli auguri di una pronta guarigione.

Passando all’imminente Basho invece – l’ultimo della stagione 2022 – le statistiche danno come favorito 貴景勝 Takakeishō, e non solo perché è il lottatore più alto nel banzuke a presentarsi ai nastri di partenza. Guardando i vincitori nelle ultime annate pari del torneo di novembre, si legge sempre il nome del 26enne giapponese:

Torneo di Novembre 2014: vincitore torneo Jonokuchi al debutto

Torneo di Novembre 2016: vincitore torneo Juryo

Torneo di Novembre 2018: vincitore torneo Makuuchi

Torneo di Novembre 2020: vincitore torneo Makuuchi

Chi invece non punterà alla vittoria ma solo a far bene e soprattuto a divertirsi, è il debuttante 熱海富士 Atamifuji. Il sorridente 20enne è al suo primo torneo in Makuuchi (come Maegashira 15), e in molti lo considerano uno dei rikishi più promettenti nell’attuale panorama del sumo. “Anche se sono salito in alto voglio mantenere i ritmi di quando ero più giovane. Agli inizi mi allenavo sempre almeno due volte al giorno” ha detto qualche giorno fa Atamifuji, e noi gli auguriamo tanto successo.

Facendo un salto nei piani più bassi del banzuke, troviamo 朝乃山 Asanoyama, ancora ‘bloccato’ in Makushita. L’ex Ozeki non è riuscito a vincere il torneo lo scorso settembre e questo risultato deludente gli ha fatto tornare alla mente il pensiero del ritiro, tuttavia subito accantonato. “Ero psicologicamente a pezzi. Un ex Ozeki non può perdere nessun incontro in Sandanme o in Makushita, questo era il mio spirito – ha detto in una recente intervista – Se ci penso ora ero proprio uno stupido a pensare di ritirarmi. Era solo un orgoglio insensato ha poi concluso, tornando subito a mostrare il giusto spirito propositivo, necessario in una situazione come la sua.

A rilasciare un’intervista recentemente è stato anche 翔猿 Tobizaru, fresco di promozione in san’yaku. “Durante gli allenamenti sono riuscito a sconfiggere avversari che prima trovavo molto difficili. In quel momento ho capito di essere diventato più forte” ha detto la scimmia volante spiegando i suoi progressi. “Ho tantissimi sostenitori e non voglio deludere le loro aspettative. Se fosse solo per me probabilmente non mi impegnerei così tanto. Il tifo mi dà forza“, dunque il messaggio è chiaro: continuiamo a tifarlo

Tra le notizie di cronaca purtroppo bisogna registrare quella relativa a 逸ノ城 Ichinojō, campione del torneo di luglio. Il gigante della Mongolia ha un problema di abuso di alcool, che lo rende violento, e l’Associazione Sumo ha fatto partire un’investigazione, in particolare su possibili violenze ai danni della okami-san, la moglie del capo palestra. Al momento non sembra in discussione la sua partecipazione al torneo di novembre.

Infine chiudiamo con l’Heya Power Ranking, una serie di statistiche relative alle 43 palestre che accolgono i 606 rikishi, dalla più popolosa a quella col maggior numero di sekitori.

KITANOFUJI dice la sua sul prossimo torneo

Inaspettatamente Kitanofuji ha scritto un articolo su rivista che è stato pubblicato online questa mattina. Non ho perso tempo ed ecco a voi la traduzione (link originale).

𝐂𝐡𝐢 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐞?
Mitakeumi è tornato fra i Sekiwake, ora abbiamo due soli Ozeki e uno Yokozuna che non è chiaro se prenderà parte o no alla competizione. Anche l’ultimo torneo dell’anno è apertissimo. A ottobre Terunofuji e Shodai hanno festeggiato le loro promozioni mentre Mitakeumi non ha fatto in tempo. Per lui è arrivata l’ora di svegliarsi o il suo compagno di università Wakatakakage fra un po’ lo supera.

Terunofuji alla festa per la sua promozione a Yokozuna con il capo palestra Isegahama.

𝐓𝐚𝐦𝐚𝐰𝐚𝐬𝐡𝐢
Tamawashi ha vinto il torneo in modo fantastico a tre anni dalla sua prima vittoria. Il nonnino è ancora in formissima. Al contrario viene però da chiedersi: ma i giovani che fanno? Tamawashi “l’uomo di ferro”, veterano del dohyo si allena costantemente e si sono visti i frutti del suo lavoro.

Tamawashi vincitore del Torneo di Settember (Aki Basho)

Nella sua heya è l’unico Sekitori il che lo porta molto a focalizzarsi su sé stesso ma allo stesso tempo non si capisce bene quanto la mancanza di avversari alla pari in allenamento possa condizionarlo. Il rikishi di mezz’età deve impegnarsi tantissimo ogni torneo ma se centra il bersaglio può vincere almeno un torneo all’anno.
In passato ci sono stati rikishi anzianotti che usavano la tecnica della presa del mawashi, quelli che spingono come Tamawashi tendono a non avere più la forza di un tempo. Per questo c’è solo da ammirarlo.

𝐓𝐞𝐫𝐮𝐧𝐨𝐟𝐮𝐣𝐢
Terunofuji non è messo bene. Non è passato molto tempo dalla sua promozione ed è già ne guai, penso che sappia di aver raggiunto il suo limite.
I vecchi malanni sono tornati, si è operato ma non credo possa tornare quello di un tempo. Magari si riposa per 2 o 3 tornei ma non penso riuscirà ad essere in forma.

Terunofuji: Yokozuna dohyo-iri all’Aki Basho 2022 insieme a Midorifuji e Nishikifuji

𝐆𝐥𝐢 𝐎𝐳𝐞𝐤𝐢
Takakeisho si sta comportando bene, degli altri due c’è poco da dire.
Se un lottatore non si impegna in allenamento deve essere redarguito dal suo capo palestra, forse i loro oyakata non sono abbastanza severi?
Da qualche anno non vado più a vedere gli allenamenti ma ho sentito dire che i rikishi ora si allenano per due ore e basta, che comodità! Ai miei tempi l’allenamento era sfiancante.

Takakeisho durante il Tour Autunnale (Aki Jungyo)

Alcuni diranno che il declassamento di Mitakeumi sia stato sfortunato, che non se lo meritava… Io invece dico che è andata proprio così! Se perde continuamente vuol dire che non è nella condizione di lottare, la cosa finisce lì. Questo è quello che accade quando progredisci senza intoppi, questo è il punto debole dei rikishi che vengono dalle università (Mitakeumi ha cominciato la sua carriera come Makushi 10 NdT). Inoltre pare siano scomparsi gli oyakata severi, questo è un peccato.

Mitakeumi durante il Tour Autunnale (Aki Jungyo)

Shodai quest’anno, in totale, credo non abbia raggiunto il kachi-koshi (34-41 NdT). Ozeki da due anni e già al suo quinto Kadoban. Dopo lo scorso torneo nell’assemblea dell’Associazione si è parlato di un futuro cambio di regole per gli Ozeki, per esempio decidere un numero minimo di vittorie. Shodai non sembra essersi infortunato gravemente ma tutti i Sekitori hanno un qualche dolore nascosto.

Shodai perdente contro Hoshoryu

𝐈𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐞 𝐊𝐢𝐭𝐚𝐧𝐨𝐟𝐮𝐣𝐢
Quando ero in Sandanme ho dovuto saltare un torneo per appendicite (settembre 1960 NdT), a parte gli ultimi anni non ho mai saltato neppure un giorno di torneo dopo quell’evento. Quando sono diventato Yokozuna mi sono detto che potevo anche perdere 8 incontri ma non mi sarei mai ritirato.
A proposito, c’è stato un periodo in cui ho ottenuto un record di 11-4 per quattro tornei di fila (settembre 1970 – marzo 1971 NdT) e hanno cominciato a chiamarmi per prendermi in giro “Eleven Yokozuna”.
In quel periodo ho detto al mio capo palestra di volermi ritirare, lui (ex Yokozuna Chiyonoyama) mi ha detto “aspetta un attimo!” e anche i miei supporter mi hanno consolato dicendomi che 11 vittorie sono un grande risultato. Erano altri tempi, ben più difficili di adesso. (Kitanofuji ha poi vinto il successivo torneo 15-0 NdT).
Fare il rikishi porta necessariamente ad avere vari dolori e infortuni ma è dovere di Yokozuna e Ozeki portare dei risultati concreti. Se ci si allena bene non ci si infortuna poi tanto. Chi non si allena si infortuna più spesso ma gli infortuni non sono scuse.
Se ti rompi un osso puoi ritirarti ma se hai un infortunio minore prendi qualche anti-infiammatorio e sei come nuovo. Se guardo ai miei tempi mi sembra che i rikishi di adesso siano tutti un po’ viziati.

𝐖𝐚𝐤𝐚𝐭𝐚𝐤𝐚𝐤𝐚𝐠𝐞
Wakatakakage in doppia cifra nonostante le tre sconfitte all’inizio, come sempre un inizio poco scoppiettante. Se vuole diventare Ozeki deve mettere a posto il suo inizio di torneo. Se uno parte con tre sconfitte di solito si scoraggia ma lui ha raggiunto ben 11 vittorie! Visti questi risultati è innegabile che il Sekiwake abbia un talento fuori dal comune.

Wakatakakage vince contro Sadanoumi e raggiunge l’undicesima vittoria all’Aki Basho

𝐇𝐨𝐬𝐡𝐨𝐫𝐲𝐮
Pensavo che Hoshoryu potesse vincere 10 incontri e cominciare la scalata per diventare Ozeki ma a metà torneo si è trovato in difficoltà.
Lui fa tachi-ai molto diversi: usa la testa o si mette in posizioni diverse col corpo. Se riuscisse a fare dei tachi-ai più solidi e vigorosi aggiungerebbe qualche vittoria ai suoi record. Lui stesso deve anche capire se è più forte a fare prese a destra oppure a sinistra.
Ad ogni modo per ottenere kachi-koshi da Sekiwake vuol dire che hai una mentalità molto forte.
Wakatakakage e Hoshoryu hanno in comune una grande forza nelle gambe, la cosa mi piace molto.

Hoshoryu sconfigge Endo all’Aki Basho

𝐓𝐨𝐛𝐢𝐳𝐚𝐫𝐮 𝐞 𝐢 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐫𝐢𝐤𝐢𝐬𝐡𝐢
Il nuovo Komusubi Tobizaru, ma anche Midorifuji e Nishikifuji: i piccoli lottatori stanno mostrando cose incredibili. Non dico che i rikishi “possenti” non vadano bene ma ultimamente questi piccoli lottatori mi stanno facendo dubitare della necessaria importanza del peso nei lottatori di sumo. Sono sempre elettrizzato nel vederli combattere.

Tobizaru sconfigge Ura per il kachi-koshi all’Aki Basho

Wakamotoharu ha raggiunto per la prima volta la doppia cifra e come me preferisce la presa a sinistra del mawashi. Mi piace molto. Quando prende il mawashi non abbassa mai la testa e resta vicinissimo all’avversario. Non c’è assolutamente bisogno di abbassare la testa. Se riesce a migliorare un qualcosina in più presto vedremo due fratelli nel san’yaku!

Wakamotoharu che attacca Ichinojo

𝐈 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚
Non ci sono più lottatori sulla ventina in forma e promettenti?
Taiho è diventato Yokozuna a 21 anni. Io non avevo la sua forza ma mi ero ripromesso di cercare di tenere il suo passo. Taiho era di un altro pianeta ma non volevo assolutamente perdere contro Kiyokuni e in men che non si dica a 21 anni ero Komusubi (marzo 1964: Kitanofuji Komusubi, Kiyokuni Sekiwake, Taiho Yokozuna NdT).
Sono passato da Makushita al san’yaku in un anno ma il mio obiettivo era di diventare Sekitori prima di raggiungere la maggiore età, in quello ho purtroppo fallito.
Al tempo chi arrivava in san’yaku a 21 o 22 anni non era definito giovane. Kashiwado, Wakachichibu e Toyonoumi sono entrati nel mondo del sumo prima dei vent’anni, erano il promettente “trio di adolescenti” arrivati appena finita la scuola media.
Ora invece i lottatori prima si laureano e poi salgono sul dohyo: in un batter d’occhio sei trentenne.
Per entusiasmare di nuovo i fan del sumo e portare la necessaria freschezza ci vorrebbero tanti lottatori giovani in più.


Il Torneo di Novembre nel Kyushu comincia Domenica 13, per non perdervi neppure una news riguardante il mondo del sumo seguiteci sui nostri aggiornatissimi social:

NEWS RECAP: Terunofuji operato al ginocchio, periodo agro-dolce per Shōdai

Alla vigilia del nuovo Banzuke in vista del torneo di novembre, torna il consueto recap delle notizie avvenute nel mondo del sumo negli ultimi giorni. Quella da prima pagina è certamente l’operazione a cui si è sottoposto lo Yokozuna Tefunofuji, ritiratosi dopo 10 giorni dall’Aki Basho. Il lottatore della Mongolia è dunque tornato sotto i ferri, il 18 ottobre, per i cronici problemi alle ginocchia e la sua partecipazione al Torneo di Novembre non è affatto sicura.

Prima dell’operazione, lo Yokozuna aveva fatto in tempo a celebrare la sua promozione al rango più alto del sumo – posticipata a causa della pandemia – e nei giorni scorsi anche il suo collega Shōdai 正代è riuscito a fare altrettanto festeggiando la status di Ozeki, raggiunto nel novembre 2020. Ironico il fatto che proprio nel prossimo torneo sono concrete le possibilità che il 30enne giapponese faccia un passo in già in classifica, se non dovesse ottenere il kachi-koshi.

Per prepararsi al meglio all’ultimo torneo della stagione, Shōdai ha anche accolto nella sua palestra due colleghi di spicco: 北勝富士 Hokutofuji (della Hakkaku-beya) e 錦木 Nishikigi (della Isenoumi-beya), entrambi rikishi che lottano nella massima divisione. Questa è stata anche un’occasione concreta per osservare la leadership di Shōdai nella sua heya. Infatti durante la sessione di allenamento, si è visto costretto a richiamare sonoramente due giovani atleti, colpevoli di disturbarlo durante il prezioso allenamento mattutino. Non succede spesso che sgridi i giovani ha ammesso l’Ozeki, ma evidentemente quando ci vuole ci vuole.

Oltre a chi si allena in compagnia invece, c’è anche chi al momento è fermo ai box impossibilitato ad allenarsi (e a prender parte all’ultima tappa del Tour Autunnale). In particolare sono Takayasu, infortunato all’alluce del piede destro, e Ichinojō che soffre di dolore cronico alla schiena.

Chiudiamo questo riepilogo di news con due traduzioni che hanno per protagonista Franco Kitanofuji, 52° Yokozuna e ora imprescindibile articolista e commentatore di sumo. L’80enne giapponese ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa dell’ex lottatore di wrestling Antonio Inoki; mentre in un altro articolo firmato da Mamoru Masuda viene fatta luce sull’origine della passione di Kitanofuji per la scrittura.

Il Brasile nel sumo pt.1: dagli inizi negli anni ’70, all’exploit dei ’90 (con un pizzico d’Italia)

Riprendiamo la rubrica che racconta le storie dei rikishi stranieri. Quei lottatori che non solo decidono di affrontare il duro stile di vita di un lottatore di sumo, ma che lo fanno provenendo da una nazione estera, dunque con un background culturale differente da quello giapponese. Dopo iniziato il nostro viaggio con la Mongolia, aver fatto tappa in Georgia, e aver raccontato la storia di Shishi, il primo (e finora unico) lottatore ucraino, ora scendiamo nel continente australe per vedere quanti e quali sono i lottatori provenienti dal Brasile che hanno messo piede su un dohyō.

Sono sedici i lottatori brasiliani che si sono cimentati nello sport nazionale del Giappone a livello professionistico, e di questi in quattro sono riusciti a diventare sekitori (cioè ottenere un salario mensile): tre hanno raggiunto la seconda divisione Jūryō mentre uno, Kaisei, ha come miglior ranking quello di Sekiwake.

Il primo lottatore a segnare come luogo di nascita il Brasile – di fatto diventando il primo rikishi sudamericano della storia – è Tatsunishiki 龍錦 che nel 1967, a 16 anni, fa il suo ingresso nella Hanakago stable. La sua breve carriera, anche a causa del suo fisico mingherlino, termina nel 1971 con il best ranking di Jonidan 6.

Negli anni ’70 saranno tre i lottatori brasiliani a sbarcare in Giappone: Kawamura Kosaku 川村 幸作, Hakusan Momotaro 伯山 桃太郎, e Kiyonomine Minoru 清乃峰 実, tutti in grado di resistere molti più anni rispetto al loro predecessore.

Hakusan (destra) maestro di judo dopo il suo ritiro (c. 1987)

Da segnalare che Hakusan, all’anagrafe Pasquale Boschi, è italo-brasiliano di terza generazione il ché fa di lui il primo lottatore di sumo di origini italiane. Figlio di un panettiere, Hakusan era un ragazzo disciplinato e molto abile nel lavoro manuale, nonché un appassionato di judo. Fu notato dal sekiwake Tsurugamine durante un tour in Brasile nel 1976, e l’anno dopo Hakusan fece già il suo debutto professionistico con un 6-1 in jonokuchi, punteggio bissato quattro mesi dopo anche in jonidan, dove non vinse il titolo a causa di una sconfitta nell’ultima giornata. Purtroppo Hakusan era molto propenso agli infortuni e il resto della sua carriera fu altalenante seppur con un elevato numero di kachi-koshi. Il punto più alto fu sicuramente il torneo di maggio 1984 quando, da makushita 9 (suo best ranking) affrontò il juryo 13 Fujinosato. Per un incontro di quel calibro era necessario avere l’oichomage – la classica capigliatura dei sektori – e lui fu il primo del suo paese ad averla, inoltre vinse il match per oshidashi. Hakusan si ritirò nel 1986 dopo aver saltato quattro tornei consecutivi. Le ultime notizie che si hanno di Pasquale Boschi è che tornò in Brasile e divenne insegnante di judo a Belo Horizonte, Minas Geiras, con un background di 56 basho come lottatore di sumo professionista, facendo registrare un peso massimo di 150 kg per 180 cm.

Nella prima metà degli anni ’90 c’è stato il principale flusso verso il Giappone di lottatori brasiliani ad ottenere maggior successo. Ben sette rikishi compirono la traversata oceanica, tutti approdando nella palestra Tamanoi; tra di loro ci sono i tre (Ryūkō, Kuniazuma, e Wakaazuma) che arrivarono a lottare a livello Jūryō, la seconda divisione per importanza. Molti di loro avevano discendenze giapponesi, e sin da piccoli mostrarono una spiccata propensione verso il judo e altri sport da contatto.

Kitaazuma, Ryuko, Azumakaze, Wakaazuma, Azumao (c. 1998)

Di questa ciurma, Kuniazuma Hajime 国東 始 arrivò più in alto raggiungendo il rank di jūryō 4. Si presentò in Giappone assieme ai suoi connazionali (spinto dal padre di Azumakaze perché non voleva che suo figlio viaggiasse da solo), ma con una prestanza fisica decisamente migliore. Vander Ramos a 15 anni era già alto 190 cm e pesava 145 kg; non stupisce quindi che la sua carriera nel sumo professionistico iniziò con due 6-1 consecutivi. Nel marzo del ’93, a 17 anni raggiunse la divisione Makushita ma i dolori alla schiena lo costrinsero a saltare 5 tornei. La pausa gli fece bene perché al ritorno, nel giro di pochi mesi, vinse i titoli Jonokuchi e Sandanme. Alternando ancora pause prolungate a vittorie nelle categorie minori (in totale saranno 5 i titoli vinti da lui), la promozione a sekitori avvenne nel settembre 2000 quando prese parte al torneo come jūryō 9, chiudendo con un record di 9-5-1. Raggiunse il picco, J4, esattamente un anno dopo e da lì in poi iniziò una lenta e inesorabile discesa fino al ritiro avvenuto nel marzo 2004 quando, da Sd20 e martoriato dagli infortuni, riuscì comunque a chiudere 5-2. Ora Vander Ramos vive a Shinjuku e fa l’impiegato.

Compagno di viaggio di Kuniazuma dal Brasile al Giappone fu anche Wakaazuma Yoshinobu 若東 吉信 il quale aveva un fisico totalmente opposto rispetto al connazionale. Al momento del suo debutto – anche lui nel novembre ’91 – pesava 75 kg e la sua scalata verso i piani alti del sumo fu una delle più lente. Impiegò 58 tornei per raggiungere la divisione jūryō (all’epoca fu record di maggior numero di tornei per un lottatore straniero, poi battuto dai 71 di Oniarashi). Tanto lungo fu il cammino per arrivarci e tanto breve la sua esperienza tra i rikishi salariati: Wakaazuma infatti resistette solamente un torneo nella seconda divisione, chiudendo con un record di 4-11. Da lì in poi restò stabilmente in makushita senza più riuscire a fare il salto di qualità ritirandosi nel maggio 2003, a 27 anni, dopo qualche prestazione insufficiente in sandanme. 
Appeso il mawashi al chiodo, Fernando Yoshinobu Kuroda – questo il suo nome di battesimo – tornò in Brasile dove ha aperto il ristorante di cucina giapponese Izakaya Kuroda nel quartiere Little Tokyo di São Paulo. Senza comunque allontanarsi dal mondo del sumo, come dimostra il fatto che aiutò Kaisei nel suo approdo verso la palestra Tomozuna.

Wakaazuma col suo connazionale Kaisei

Il terzo lottatore del gruppo a raggiungere la seconda divisione del banzuke fu Ryūkō Gō 隆涛 剛, sulla carta uno dei più promettenti. Luiz Go Ikemori infatti – questo il suo nome all’anagrafe – seguì un percorso molto più simile ad un classico lottatore giapponese, iniziando prima a studiare alla Takushoku University e poi prendendo parte al Japanese National Collegiate Sumo Championship, diventando il primo brasiliano a vincere il torneo. Questo ed altri risultati giovanili gli garantirono lo status di makushita tsukedashi, cioè fece il suo debutto nel professionismo direttamente in terza divisione (anziché la sesta) nel maggio ’92, e fu il primo straniero a meritarsi questo vantaggio. Fu anche il primo brasiliano a raggiungere la divisione jūryō,nel marzo ’94 restandoci in totale per 7 tornei e piazzando anche un 10-5 che gli valse la massima posizione di J8. La sua esperienza da sekitori ebbe una brusca frenata quando nel settembre ’95 Ryūkō si fratturò l’omero e gli epicondili del gomito destro, ritirandosi dal torneo dopo tre giorni. Così si concluse la sua carriera in jūryō, mentre quella di rikishi durò fino al gennaio ’99. 

Durante le Olimpiadi Invernali di Nagano 1998 – a differenza di quanto accaduto a Tokyo 2020, con gran rammarico di Hakuhō – ai rikishi fu permesso di sfilare durante la cerimonia di apertura assieme agli atleti del proprio paese, e fu quanto fece Ryūkō con i suoi connazionali brasiliani, nonostante all’epoca non era più sekitori.
Acquisita la cittadinanza giapponese il 22 aprile 1996 – stessa data di Akebono – attualmente Ryūkō Gō vive e lavora a Tokyo. 

Ryudo guida gli atleti del suo paese natale alle Olimpiadi di Nagano 1998

Nel gruppo di sudamericani della Tamanoi heya vanno ricordati anche Kitaazuma Kiyoshi 北東 清 e Azumakaze Futoshi 東風 太士. Il primo perché vinse il titolo Jonokuchi al debutto, nel novembre ’91, dopo un play-off a sei rikishi, inclusi i suoi connazionali e compagni di palestra Kuniazuma e Wakaazuma (futuri lottatori jūryō). Azumakaze invece – debuttante anche lui in quel torneo – è di origini italiane (da Lucca) il ché fa di lui il secondo lottatore con sangue italiano dopo il già citato Hakusan. Giuliano Kochinda Tsusato, nato e cresciuto a Sao Paulo, già nel suo paese iniziò ad allenarsi in un sumo club, e dopo un paio di viaggi in Giappone venne preso dalla palestra Tamanoi, gestita dall’ex Sekiwake Tochiazuma.Faticò nei suoi primi due anni di professionismo, e raggiunse la divisione Sandanme nel maggio ’94 senza più uscirne per il resto della carriera. Il best ranking di Azumakaze è Sd29 nel maggio ’97 mentre a livello di fisico, aumentò progressivamente sempre di più la sua stazza arrivando a 178 cm e 170 kg pochi mesi prima del suo ritiro avvenuto nel gennaio ’99 a causa di un infortunio alla gamba. Le notizie più recenti su di lui, datate 2009, dicono che possiede un bar nel quartiere Roppongi di Tokyo.

La sua grande dedizione verso lo sport emerge da queste sue parole, dette in un’intervista a Reed Young: Il sumo è uno sport che richiede una completa abnegazione di sé e segue le più rigide regole sociali. Imparare questa tradizione è stata una grande sfida per me. Mi alzavo di notte per fare allenamenti extra. Mi ci sono voluti tre mesi per imparare la lingua. Il mio oyakata (maestro) e sua moglie facevano parte della mia famiglia. Ma non li vedo da otto anni da quando ho smesso. Sai perché? Perché devo crescere. Non sono ancora pronto per vederli, perché devo mostrare loro quella che è diventata la mia nuova vita. Andrò a trovarli al momento giusto, probabilmente quando aprirò un altro bar”.

Azumakaze nel suo bar a Roppongi, Tokyo (Credits: Reed Young)

Nella seconda parte dell’articolo, racconteremo la storia di Kaisei Ichirō, all’anagrafe Ricardo Sugano, nato a São Paulo il 18 dicembre 1986 e ritiratosi nel settembre 2022, dopo sedici anni vissuti da lottatore di sumo.

Intervista a Takakeishō: “Nel sumo la perfezione non esiste”

“Non faccio sumo per piacere al pubblico, ma per me stesso. Quando si diventa Ozeki finisce il divertimento” così ha parlato il 26enne giapponese alla giornalista Izuka Saki

Vi proponiamo, tradotta in italiano, l’intervista integrale all’ozeki Takakeishō Mitsunobu 貴景勝 光信 fatta dalla giornalista e scrittrice Izuka Saki pubblicata ad inizio ottobre su yahoo.jp.

―― Prima che iniziasse l’Aki Basho si è tornato piano piano alla normalità: si è potuto fare de-geiko (allenamento in trasferta) ed è ricominciato il Jungyō (Tour del Sumo). Come ha vissuto quel periodo?
― Il Tour è stato breve ma confrontarsi contro altri Ozeki e allenarsi con tanti rikishi diversi è stato utilissimo. Prima potevamo allenarci solo nella nostra heya, ora possiamo invece uscire e allenarci con altri lottatori, ma anche solo assistere agli allenamenti degli altri è un modo per imparare. Personalmente ho giorni sì e giorni no riguardo alla mia forma, però in questo periodo non ho quasi mai avuto dolori e mi sono allenato in modo costante.

―― Com’è stato il tuo inizio nel Torneo di Settembre?
― A Luglio non ho vinto il torneo per una sola vittoria, ho sofferto due sconfitte all’inizio e questi risultati si ripercuotono sul risultato finale. Anche a Settembre ho perso l’incontro iniziale anche se poi mi sono ripreso, una cosa che non va assolutamente bene. Proprio un peccato, è importantissimo cominciare con una vittoria.

―― Ad ogni modo hai mostrato un buon sumo, eri in forma?
― Devo dire che il buon sumo è quello che entusiasma il pubblico quando si riesce a mostrare la propria forza in attacco e le proprie caratteristiche, i risultati poi arrivano. Sono contento di aver mostrato un sumo del genere. Certamente prima di ogni incontro si è risoluti a “vincere” ma se uno ci pensa troppo finisce per fare movimenti o attacchi affrettati che portano a risultati non ottimali. Nello scorso torneo ho evitato questi pensieri.

―― In questo torneo ti abbiamo visto spesso colpire con forza il viso dell’avversario, hai cambiato qualcosa nella tua tecnica?
― Nonostante mi mantengo sempre su un sumo fatto di spinte cerco sempre di cambiare qualcosina nella mia strategia generale. Porto sul dohyō tutte quelle cose che ho provato e praticato durante gli allenamenti.

―― Hai vinto degli incontri per Hatakikomi e Tsukiotoshi ma il tuo punto forte è il vigore che porti con gli attacchi diretti, è vero?
― Esatto. Attaccare per sbilanciare l’avversario funziona ma cercare di ritirarsi indietro quando si viene attaccati spesso non ha un buon esito. Se miglioro il mio attacco ne consegue che posso sbilanciare l’avversario ma l’allenamento non si deve basare sullo sbilanciamento dell’altro, semplicemente bisogna focalizzarsi sull’utilizzare al meglio la propria forza. In questo momento mi sto concentrando su come usare il mio impeto nelle spinte. Certamente è importante costruire la propria muscolatura con l’allenamento ma in realtà la vera forza che è importante nel sumo è quella che ti permette di alzare oggetti pesanti, una cosa diversa. Credo che questo tipo di allenamento sia la cosa più importante. Successivamente è bene imparare a concentrare questa forza verso l’avversario, soprattutto spingendolo. Infine la velocità di esecuzione è anch’essa importantissima.

―― Per i lottatori che invece di prendere il mawashi tendono a spingere l’avversario la velocità del tachi-ai è importantissima, giusto?
― Il tachi-ai è esattamente il momento in cui si deve fare più attenzione. Per un lottatore di sumo avere forza è una cosa scontata, poi però questa forza va utilizzata in modo efficace: velocità e precisione. Queste sono cose che vengono naturali solo dopo molto allenamento.

―― A proposito, per i rikishi che fanno il tachi-ai spingendo con le braccia, cambia qualcosa se tu colpisci prima o dopo il tuo avversario?
― Io sono preparato in entrambe le situazioni, non ho preferenze.

―― Qual è la cosa che più ti colpisce riguardo al mondo del sumo?
― Si impara qualcosa ogni giorno, è impossibile fare un sumo “perfetto”. Anche se si vince e si lotta in modo corretto c’è sempre anche una piccola cosa che si può migliorare. Però se ci si pensa troppo si finisce per perdere l’efficacia della propria strategia, talvolta è meglio affidarsi alla propria sensibilità. L’importante è capire le cause delle sconfitte e non rifare gli stessi errori. Eh già, ogni giorno si impara qualcosa.

―― Quindi quando combatti sei come in uno stato di trance agonistica?
― Esatto. Io sono lento a pensare quindi mi affido alle reazioni indipendenti del mio corpo. Per questo quando mi intervistano dopo gli incontri dico che non ricordo quello che è successo perché è proprio così. Quando rivedo i video poi mi accorgo di ciò che è successo. Molti altri rikishi usano la testa, io mi affido all’intuito. Non sono una persona brillante quindi punto sulla ripetizione degli stessi esercizi per rendere certe reazioni naturali e involontarie. Ci sono due tipi di lottatori di sumo: chi riesce a fare subito le cose nuove appena imparate e chi si allena in modo incessante per creare certi automatismi. Non c’è giusto o sbagliato, io però appartengo alla seconda categoria.

―― Se posso dire la mia, ho trovato il tuo incontro contro Shodai fenomenale. L’ultimo giorno del torneo, nonostante la stanchezza accumulata da 15 giorni di incontri hai lottato in modo superbo sino a trovare la soddisfazione finale.
― In passato l’ultimo giorno del torneo era quello in cui subivo più infortuni. Gennaio 2019: mi sono infortunato ad una gamba/piede; Settembre 2019: mi sono fatto male ai pettorali. Certamente la stanchezza influisce e il rischio di farsi male aumenta. Bisogna stare attenti perché anche se il giorno dopo non ci sono incontri un infortunio si ripercuote sul torneo successivo poiché gli allenamenti cominciano in ritardo. Questo non vuol dire che non ce la metto tutta, anzi. Quando si lotta in modo corretto non ci si fa male, questo penso valga sempre ma soprattutto per il senshuraku.

in foto l’Ozeki con in mano l’ultimo libro pubblicato dall’intervistatrice, un resoconto delle esperienze dei rikishi venuti dall’estero

―― Alla dodicesima giornata ha ottenuto il kachi-koshi contro Hokutofuji (Qui le pagelle di Italianozeki dal Day 12), che emozioni hai provato in quel frangente?
― Ogni giorno penso solo a dare il meglio di me. 8 vittorie non sono affatto il mio obiettivo e quel giorno non è stato particolarmente speciale.

―― Hai vinto per Hatakikomi facendo un henka.
― Come ho detto precedentemente, il mio corpo si muove istintivamente e non ricordo bene cosa sia successo.

―― Il giorno dopo la situazione si è ribaltata e Wakatakakage ti ha sconfitto con un henka, non te lo aspettavi?
― Quello è il mio punto debole. Anche se non ci penso mi alleno per essere in grado di fronteggiare qualsiasi attacco avversario e contrattaccare in modo efficace. La strategia di Wakatakakage mi ha sopreso completamente. Ovviamente l’avversario ci pensa e prepara il suo attacco. Mi è mancata la capacità di pensare e reagire a quell’evento.

―― L’opinione pubblica si è divisa fra chi ammetteva un henka di un Ozeki e fra chi riteneva la cosa una totale aberrazione.
― Guarda, non ho idea di cosa abbiano detto le persone perché non me ne interesso assolutamente. Inoltre è bene che capiate che io non faccio sumo per piacere al pubblico ma per me stesso. Certamente sono contento del tifo, i miei sostenitori mi danno tantissima forza. In realtà quello che faccio è per seguire il mio sogno e raggiungere la sua realizzazione. Questa cosa poi viene percepita in tanti modi diversi. Se voglio raggiungere il mio obiettivo ho a disposizione diverse opzioni, quella che scelgo non è assolutamente influenzata dagli altri. Se i miei fan supportano le mie scelte io non posso che esser loro grato.

―― Mi sono venute in mente le parole dette qualche tempo da Terunofuji: “Tutti i rikishi danno il meglio di sè, lottano sempre all’ultimo sangue contro l’avversario di giornata. Per questo bisogna rispettare ognuno di loro”.
― Giustissimo. Specialmente i lottatori nella parte alta del Banzuke, anche se sono infortunati tendono a nasconderlo per non mostrare la propria debolezza. Bisogna sempre pensare a come vincere e spesso non è facile. Bisogna anche soddisfare le aspettative del pubblico mentre si fa questo. Se si riesce a soddisfare entrambe le condizioni va benissimo ma spesso questo non accade. Alla fine il sumo è la vita stessa, la cosa ideale è vincere sempre.

―― Vorrei sapere la tua opinione su quale sia la responsabilità di un Ozeki.
― Si tratta semplicemente di fare del proprio meglio. Certamente è lo stesso anche per lo Yokozuna ma l’Ozeki è una posizione che si conquista ogni volta a suon di vittorie. Non ci sono premi speciali né niente, quello che rimane nei registri è se il tale Ozeki ha vinto il torneo oppure no. Se uno fa del proprio meglio non viene scalfito dalle critiche. Se un lottatore ce la mette tutta, sempre concentrato e lotta senza compromessi, ma alla fine perde… beh, semplicemente è un lottatore debole. L’obiettivo è di raggiungere almeno 10 vittorie ed essere sempre in lizza per la vittoria. Però se uno punta ad ottenere 10 vittorie difficilmente ci riuscirà, bisogna mirare a diventare campione del torneo. Per i Maegashira basta un kachi-koshi per avanzare nel Banzuke e 10 vittorie di solito portano un premio speciale. Per noi Ozeki è necessario diventare campione per avanzare e diventare Yokozuna (vincere due tornei di fila o risultati equivalenti NdT). In pratica noi abbiamo due scelte: campione o non campione. Per questo dobbiamo solamente puntare a vincere il torneo.

―― Dopo 17 anni c’è finalmente stato il “Sumo Fan Festival”, inoltre è ricominciato il Jungyo (Tour) in vari luoghi del Giappone. Com’è stato partecipare a questi eventi?
― Personalmente mi sono divertito tantissimo. Durante la pandemia non c’erano occasioni di confrontarmi coi fan: lottavo e alla fine ricevevo l’applauso, tutto qua. Qualche mese fa è ricominciato il Tour e sentire i fan dirmi direttamente “tifo per te!” mi rende felicissimo. Certamente sono grato ai fan che sventolano gli asciugamanini col mio nome in arena, ma quando i sostenitori mi rivolgono la parola direttamente è molto più piacevole.

―― Non male, eh! Infine: quali sono i tuoi obiettivi futuri?
― Ormai ho “già” 26 anni, devo essere impaziente ma nel senso buono del termine. L’importante è non girare in tondo senza arrivare mai alla fine. Non penso di essere troppo giovane, dall’alto della mi esperienza però vorrei mantenere l’impeto dei primi tornei. Quando avevo 20/21 anni mi divertivo un sacco! (quando aveva 20/21 anni è stato l’unico periodo da Maegashira, quando ha compiuto 22 anni è entrato stabilmente in san’yaku per poi diventare Ozeki, NdT) Non vedevo l’ora di lottare contro Ozeki e Yokozuna, li vedevo in televisione convintissimo di poterli sconfiggere. Vorrei mantenere questa forza e ottimismo anche adesso e nei tornei a seguire. Molti Ozeki prima di me hanno detto una cosa che penso sia giusta: quando diventi Ozeki finisce il divertimento. Penso sia strano parlare di “divertimento” quando si lotta per vincere o perdere, però vorrei tornare alla mentalità di quando ero giovane. Ho cominciato a fare sumo sin dalla terza elementare, con in testa l’obiettivo di diventare un professionista. Penso sia stata la scelta corretta. Vorrei vivere come una persona contenta di essere potuto diventare un lottatore di sumo, senza rimpianti. Proprio per questo voglio mantenere lo slancio della mia giovinezza, rimanere attivo e in forma senza mai invecchiare.

NEWS RECAP: ripartono il tour e gli eventi per i fan, Asashōryū incontra Takeshi Kitano, Terunofuji festeggia

Manca poco meno di un mese al torneo di novembre (al via domenica 13) e si intensificano gli allenamenti dei rikishi. In particolare sono due i modi che anno i lottatori per poter continuare a sfidarsi tra loro: partecipare al Jungyo – il tour del sumo nelle città giapponesi dove il torneo ufficiale non arriva – oppur, prendere parte alle sedute di allenamento tra heya. La tournée autunnale è composta da cinque date (inclusa una a Saitama dove lo sporta nazionale del Giappone mancava da 22 anni), e qui potete vedere alcune foto delle tappe già svolte.

Anche le visite tra palestre, ora che il Coronavirus sembra essere sempre più alle spalle, possono riprendere con maggior frequenza, e nei giorni scorsi li lottatori della Oitekaze-beya sono andati a trovare quelli della Tokiwayama-beya, con il match più interessante rappresentato dalla sfida Takakeishō vs Tobizaru (quest’ultimo debutterà in San’yaku nel torneo di novembre). Mentre Meisei e Nishikigi hanno fatto una scappata alla Arashio-beya, per affrontare Wakatakakage.

Ma i lottatori si sono dati da fare anche in altri modi per entrare in contatto con i fan. L’evento che ha attirato le maggiori attenzioni è stato soprattutto il Japan Sumo Assosiation Fan Festival, due giorni di eventi con protagonisti rikishi ed ex rikishi, durante i quali sono anche stati battuti dei Guinness World Record.

Hakuhō inoltre è stato particolarmente impegnato in questi giorni, prima con il lancio ufficiale del suo nuovo brand di sumo, Hakuhō ‘Yume’ Rice, e poi tornando a far visita al suo paese natale, la Mongolia.

Chiudiamo questa carrellata con due notizie che hanno come protagonisti un ex-Yokozuna e l’attuale Yokozuna. La prima riguarda Asashōryū che ha avuto il privilegio di incontrare il (tra le tante altre cose) regista Takeshi Kitano, immortalando l’evento sui social.

Terunofuji invece, a più di un anno dalla sua promozione, ha celebrato ufficialmente il raggiungimento del rango di Yokozuna, dopo esser sceso in classifica fino alla categoria Jonidan. “Come capo palestra sono stato veramente colpito da questo miracolo” ha commentato il capopalestra Isegahama. Mentre non ci sono ancora certezze su una possibile operazione al ginocchio.

NEWS RECAP: lo Yokozuna gioca a “boccia”, Waka vs Waka, e un pizzico di NBA

Con la fine del torneo di settembre (vinto da Tamawashi che ha firmato il suo secondo sigillo in carriera), il mondo del sumo entra in quel classico periodo di transizione tra un torneo e l’altro, dove i lottatori – quando non sono impegnati in allenamenti tra palestre o tornei promozionali – provano esperienze nuove che esulano dalla loro disciplina. Ed è proprio questo il caso di Terunofuji, il quale, dopo esser stato costretto a ritirarsi anticipatamente dall’Aki Basho per il solito problema al ginocchio (non sembra prevista un’operazione) per un pomeriggio si è dedicato alle bocce in occasione di un evento benefico per la promozione degli Sport per disabili. Curioso il fatto che in giapponese si dica esattamente “boccia”.

A mantenersi allenati sul dohyo invece sono stati i due fratelli Wakatakakage e Wakamotoharu (quest’ultimo ha anche festeggiato il 29° compleanno il 5 ottobre), che si sono affrontati in uno scontro a dir poco eccezionale. Infatti due componenti della stessa palestra non possono affrontarsi in un regolare torneo, ma in questo caso il match è avvenuto durante la cerimonia del taglio di capelli del loro capo-palestra, Sokokurai. A vincere è stato il fratello minore: il Sekiwake Wakatakakage dotato certamente di maggior esperienza ad alti livelli. [Potete vedere il match scorrendo alla fine dell’articolo]

Mentre Wakamotoharu

Anche Hōshōryu si è dato da fare in questo giorni e ha portato a casa il titolo nel torneo Meiji Jingu Reisai Hōshuku Zen-Nihon Rikishi Senshiken Taikai) che si traduce letteralmente come “Celebrazione Periodica al Meiji Jingu del Grande Torneo dei Lottatori da Tutto il Giappone“. Il più antico fra gli eventi hana-zumō (tornei di sumo senza influenze sul Banzuke), la cui prima edizione risale al 1925. In finale il rikishi mongolo ha superato il compagno di heya Meisei.

Oltre alla cerimonia per il ritiro di Sokokurai, il 1° ottobre c’è stata anche quella del 38enne Kotoshōgiku, che ha disputato il suo ultimo torneo nel novembre 2020. A causa della pandemia, tutti questi eventi sono stati posticipati e dunque solo ora l’ex-ozeki ha effettuato il suo commovente taglio di capelli (danpatsu-shiki). Tra i traguardi raggiunti nella sua lunga carriera segnaliamo il basho vinto nel gennaio 2016 (battendo tre Yokozuna su tre), 3 Kinboshi, e ben 32 tornei disputati al rango di Ozeki.

Infine chiudiamo questa carrellata di notizie con l’incontro tra due leggende dei rispettivi sport: Hakuhō Shō ha incontrato Stephen Curry. Lo Yokozuna più vincente di tutti i tempi e una delle principali stelle dell’NBA hanno condiviso una giornata assieme in occasione del tour pre-stagionale dei Golden State Warriors, franchigia di basket dove gioca Curry. I due si sono ‘allenati’ assieme sia a canestro che sul dohyo, provando ad insegnare le varie mosse dei loro rispettivi sport di competenza, con i quattro volte campione NBA visibilmente divertito.

NEWS RECAP: tour estivo, incontri tra palestre, e minaccia COVID

Tutto liscio il tour estivo ma ora tornano a salire i contagi nelle palestre. Intanto Hakuhō incontra la stampa e presenta il suo pupillo

AD UN ANNO DALL’EPICO MATCH TRA HAKUHŌ E TERUNOFUJI, VI RIPROPONIAMO LE IMMAGINI CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO O IN INGLESE

Il torneo di luglio è finito come in pochi si sarebbero aspettati – con il primo titolo della carriera per Ichinojo, il quale con la sua impresa ha ispirato e non poco il collega Takayasu – ma da lì in poi, il tour estivo è partito come da programma e, come vi abbiamo raccontato sulla nostra pagina Facebook, ha fatto tappa in cinque luoghi in giro per il Giappone.

Una volta tornati all’ovile, per i rikishi è ripartita la classica vita di routine all’interno della loro heya, anche se gli allievi di Hakuhō (ora Miyagino oyakata) per un giorno hanno vissuto qualcosa di insolito: l’apertura della loro palestra alla stampa. “Sono nervoso come quando sono diventato Yokozuna – ha raccontato Hakuhō – Sento la stessa pressione: raggiungere il kachi-koshi come obbligo naturale e ottenere sempre vittorie in doppia cifra!”
In quell’occasione, alla Miyagino-beya, c’è stato anche spazio per la presentazione dello Yokozuna studentesco Kawazoe Keita, definito dallo stesso capo palestra “un piccolo Hakuhō”.

Tutto è andato per il verso giusto, e oltre agli incontri tra stampa e giornalisti, sono ripresi anche quelli tra i lottatori delle varie palestre per degli allenamenti in comune. Come ad esempio la visita ricevuta dai Waka Brothers, e quella fatta da Hakuhō a casa di Asanoyama.

L’assenza di tornei per i lottatori inevitabilmente significa allenamento, che nel mondo del sumo prevede anche una sostanziale dieta. E allora noi, in veste di spettatori, provando a seguire l’esempio proponendovi dei prodotti made in Japan. Il più irresistibile pare essere il panino al curry di Franco Kitanofuji, mentre per qualcosa di più raffinato ci sono i ristoranti “yakiniku”, dove si ordina la carne e la si cuoce da soli su un piccolo barbecue al centro del tavolo.

L’avvicinarsi sempre più inesorabile del prossimo torneo (in programma da domenica 11 settembre) prevede anche l’uscita del Banzuke sul quale vi abbiamo dedicato un post ad hoc. Ma a meritarsi una menzione speciale è anche il brasiliano Kaisei giunto al ritiro. L’ex Sekiwake lascia il mondo del sumo a 35 anni, in concomitanza con il suo declassamento in terza divisione.

Purtroppo però, in Giappone come in molte parti del mondo, i problemi causati dal COVID-19 continuano a ripresentarsi e sono in molti nel mondo del sumo ad aver contratto il virus. In questi giorni infatti sono arrivate le notizie della positività di Abi, Asanowaka, Isegahama oyakata, e Takasago oyakata.

Infine chiudiamo con questo prezioso approfondimento sul 20enne Atamifuji, ad opera dell’opinionista NHK ed ex Komusubi, Mainoumi. “Finalmente dopo tanto tempo abbiamo un giovane promettente nel mondo del sumo, sono elettrizzato” ha detto riferendosi al giovane Jūryō 3.

News: tra ritiri, anniversari e nuove reclute, c’è spazio anche per un matrimonio. E la statua di Akebono?

rassegna stampa e traduzioni: Federico Tombari
articolo: Paolo Di Lorito

Dopo una prima raccolta di notizie all’inizio del mese, è ora il momento di un nuovo aggiornamento sulle principali news dal mondo del sumo. Iniziamo subito con le celebrazioni, in particolare con il Danpatsu-shiki, il cerimoniale taglio di capelli riservato ai rikishi una volta terminata la carriera professionista. Negli ultimi giorni sono stati fissati due nuovi appuntamenti, il primo per Gagamaru, lottatore georgiani di cui abbiamo raccontato qui la sua storia, ritiratosi ufficialmente a novembre 2020 anche se il suo ultimo incontri risale al gennai di quell’anno. La cerimonia per l’ex Komusubi si terra il 30 luglio 2022, a Tokyo (non nel Kokugikan).

Pochi giorni prima aveva annunciato il suo Danpatsu-shiki anche lo Yokozuna Kakuryu, ritiratosi dai combattimenti il 24 marzo 2021. A causa del covid tutti questi eventi sono stati posticipati e quello del lottatore della Mongolia si terrà il 3 giugno 2023.

Restando in tema saluti una delle notizie più rilevanti – seppur non inaspettata – è quella del ritiro dell’ex Komusubi Shohozan, in procinto di venir declassato in Makushita. Ciò che stupisce forse un po’ è il fatto che al 38enne giapponese mancano alcuni requisiti per diventare oyakata (cioè restare nel mondo del sumo), e c’è incertezza su come proseguirà la sua carriera una volta sceso da dohyō.

Dopo il tema ‘addii’, c’è quello del ‘benvenuto’, e in particolare è la Miyagino-beya ad aprire le porte a due nuove reclute. La prima risponde al nome di Kawazoe Keita, che grazie ai successi nel sumo amatoriale (Yokozuna studentesco) debutterà come Makushita 15 già nel prossimo torneo luglio; l’altro è Otani Matasada, 22enne di Okinawa. Entrambi sono state scelti anche grazie alla volontà di Hakuho, e proprio sotto la sua supervisione compiranno l’ingresso nel suo dei grandi.

La Isegahama-beya (quella di Terunofuji) ha invece scelto il 16enne Ganzoring Origiru.

C’è chi invece vorrebbe intraprendere la carriera del professionismo ma è ancora alla ricerca di una palestra. Questo è il caso del 23enne Tsikoridze Amira, Campione europeo di sumo di provenienza georgiana, arrivato in Giappone il mese scorso con l’intenzione di entrare in una heya. Il regolamento che impedisce alle palestre di avere più di due lottatori stranieri sta rendendo particolarmente ostica la sua ricerca, e dunque dovrà fare un nuovo tentativo prossimamente.

Tra le notizie extra-campo invece la più rilevante è sicuramente quella del matrimonio del 32enne Shimanoumi con Kiyoka Fukuzono, figlia del compianto ex oyakata Izutsu.

Dalle Hawaii invece arriva una delle curiosità a proposito della famosa statua raffigurante Akebono, primo Yokozuna non-giapponese della storia. Da diverso tempo ormai la statua era in cerca di una nuova sistemazione, ma in pochi avrebbero immaginato come questo possente oggetto avrebbe cambiato proprietario. La statua di  Chad Rowan – nome di Akebono – ha trovato una nuova casa grazie a Craiglist, sito di annunci di vendite.

Come si legge sul sito della abc, Sam Monaghan era alla ricerca di un ‘champion acai bowl mixer’, e dopo aver digitato ‘Campione’ su Craigslist… si è trovato davanti un diverso tipo di campione. Ho semplicemente inserito Champion e mi è apparsa la statua di Akebono che ho riconosciuto perché anni fa avevo fatto un tour attorno a Waimanalo”, ha detto il fortunato acquirente. “Ho visto che se ne stavano sbarazzando e non potevo credere ai miei occhi. Penso che sia, di gran lunga, la cosa più bella che abbia mai trovato su Craigslist“.

Statua di Akebono, Hawaii (foto @KHON2) [fonte]

La statua è così grande (oltre due metri di altezza) che sarà difficile da trasportare, ma Monaghan non è preoccupato per la sfida. “Probabilmente useremo un carrello elevatore e un paio di transpallet, forse un muletto in modo da poter abbassare le braccia”. Per la nuova collocazione? “Il piano per ora è che andrà proprio qui, questa è la Royal Hawaiian Avenue… e lui è un Royal Hawaiian.”

Chiudiamo questa rassegna con due tra i personaggi più amati e coinvolgenti del mondo del sumo: si tratta di Ura che ha festeggiato il suo 30esimo compleanno, e Konishiki che ha celebrato i 40 anni dal suo ingresso nel sumo.