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Il mondo del sumo raccontato da un italiano in Giappone
大相撲について イタリア人が イタリア語で語る

Articolo tradotto da Nikkan Sports Premium

Sawayaka è un lottatore di sumo di 24 anni (attualmente al rank di Jonidan 56) e ci ha rivelato i suoi pensieri dopo otto anni dall’ingresso nel sumo. Nato con una sordità neurosensoriale bilaterale congenita, continua ad allenarsi con impegno verso i suoi obiettivi. Originario di Iwata, nella prefettura di Shizuoka, ha adottato lo shikona Sawayaka (爽), in onore del ristorante di hamburger “Sawayaka” che ama molto, cambiando il suo nome originale, Ezuka, dall’Osaka Basho del 2019. Ha concluso il Natsu Basho con un record positivo di 4-3 e si impegna a fare ulteriori progressi al prossimo torneo (Nagoya Basho, dal 14 luglio alla Dolphins Arena).

Profilo di Sawayaka

– Nome originale: Kaoru Ezuka (江塚 薫)

– Data di nascita: 2 febbraio 2000

– Luogo di nascita: Iwata, Prefettura di Shizuoka

– Carriera nel sumo: Ha iniziato a praticare sumo in terza elementare nel club di sumo di Fukuroi. Nel terzo anno delle medie, si è classificato sesto nella prefettura. Ha fatto il suo debutto professionale nel Natsu Basho del 2016 (Mae-zumo, 3-4). Ha cambiato il suo shikona in Sawayaka nell’Osaka Basho del 2019. Ha raggiunto la divisione Sandanme per la prima volta nel torneo di Nagoya del 2021. Il suo record complessivo è di 162 vittorie, 164 sconfitte e 3 ritiri. La sua tecnica preferita è lo shitatenage. Misura 171 cm e pesa 95 kg.

La cicatrice sulla fronte

Al suono della voce del gyoji che echeggiava nel Ryogoku Kokugikan, Sawayaka ha capito di aver vinto l’incontro. Non si arrende mai. Non mette le mani a terra, ma cade di faccia. La cicatrice sulla sua fronte ne è la prova. Al 13° giorno del Natsu Basho, con un record di 3-3, ha vinto il match decisivo con un contrattacco decisivo e ha corso felice verso gli spogliatoi.

“Faccio sumo perché mi piace, e voglio continuare il più a lungo possibile. Come appoggiare le mani alla partenza e colpire con la testa per prendere il mawashi. È una tecnica che pratico sin dalle elementari, e ora mi sto perfezionando negli allenamenti. L’obiettivo di quest’anno è tornare nella divisione sandanme e stabilizzarmi lì.”

Nel torneo di Nagoya che comincerà a luglio cercherà di ritornare nella divisione Sandanme. Nei tre precedenti tentativi nella divisione Sandanme, ha sempre ottenuto un risultato negativo. Dall’entrata nel sumo, non ha mai avuto una serie positiva nei tornei di Nagoya, che ha disputato otto volte. Quest’anno, l’Aichi Prefectural Gymnasium (Dolphins Arena), che è stato utilizzato dal 1965, terrà il suo ultimo torneo a causa della vecchiaia della struttura e si trasferirà in un nuovo edificio nel parco del castello di Nagoya.

“Essendo l’ultimo anno della Dolphins Arena, voglio fare del mio meglio per ottenere il kachi-koshi. La prima volta che ho assistito a un torneo di sumo con mia madre è stata proprio all’Aichi Prefectural Gymnasium. Ero al secondo piano. Quando sono diventato un lottatore di sumo, l’Aichi Prefectural Gymnasium è stato rinominato in Dolphins Arena. La prima volta che sono apparso nella classifica di Jonokuchi è stata proprio alla Dolphins Arena”.

Oltre ai suoi genitori, c’era un’altra persona a cui avrebbe voluto mostrare il suo valore.

Sei anni fa, è morto suo nonno.

Mio nonno guardava sempre il sumo in televisione. Ero molto legato a lui, e quindi ho pensato ‘Il sumo è bello, magari potrei farlo anch’io’, e prima che me ne rendessi conto, indossavo il mawashi e salivo sul dohyo. È stato mio nonno a farmi iniziare a fare sumo. Se fosse stato in salute, forse sarebbe venuto a vedermi combattere in un torneo. Non so se abbia mai visto i miei primi incontri quando avevo ancora i capelli sciolti (zanbara). Non sono riuscito a mostrargli come mi stanno i capelli raccolti nel mage. In realtà, guardava il sumo dalle quattro del pomeriggio, quindi forse lì… Ma non sono sicuro”.

Ha solo 24 anni. Quando è entrato nel sumo pesava 70 chili, ora ne pesa 95. Per diventare più forte, ha ancora bisogno di una base fisica più solida.

“Nel prossimo futuro, voglio arrivare a pesare 120 chili. Il mio allenatore delle elementari mi ha detto di mangiare mochi prima di andare a dormire, quindi lo faccio. Da piccolo, avevo voglia di mangiare ma tendevo a lasciare del cibo. Anche dopo essere entrato nella heya, non riesco a mangiare molto tutto in una volta, quindi divido i pasti e cerco di mangiare di più durante la giornata”.

Ha iniziato a praticare il sumo nel club di sumo di Fukuroi quando era in terza elementare. Quasi contemporaneamente, nel 2008, durante una visita della tournée a Fujieda, rimase affascinato dal maestro Kitazakura (ora sShikihide Oyakata) che spargeva sale con grande maestria. Soffre di ipoacusia neurosensoriale congenita, quindi non sente ancora bene. Di solito indossa apparecchi acustici su entrambe le orecchie, il che gli permette di comunicare senza bisogno che gli altri alzino la voce. È anche abituato a fare interviste. Tuttavia, per motivi di sicurezza e per evitare pericoli, li toglie quando è sul dohyo. Non sente né gli applausi del pubblico né le voci degli annunciatore o degli arbitri.

“Durante la tournée a Fujieda, gironzolavo in cerca di vedere i lottatori di sumo. Fu allora che il maestro Kitazakura mi chiese se volevo diventare un lottatore di sumo e unirmi alla sua scuola. Anche lui ha problemi di udito, quindi ho pensato che potesse capire come ci si sente.”

Dopo aver terminato la scuola media, decise di entrare nella Shikihide Beya. Ha sopportato l’allenamento rigoroso e si è sentito incoraggiato dalla gentilezza del maestro e dei lottatori più anziani.

“Non sento il mio handicap durante il sumo o gli allenamenti. Di recente, il mio udito è peggiorato ulteriormente. Secondo me, i bambini con condizioni simili dovrebbero praticare uno sport fin da piccoli. Non tutti diventeranno professionisti, ma c’è una possibilità. Vorrei che accettassero la sfida.”

Anche la vita privata, lontano dal sumo, è piena di soddisfazioni. Ha come hobby guardare sport. In particolare, segue attivamente il calcio e il baseball, andando spesso allo stadio.

“Essendo la scuola a Ibaraki (nella città di Ryūgasaki), mi interessa sapere se il Júbilo ha vinto o se lo ha fatto lo Shimizu. Essendo originario di Iwata, ovviamente faccio il tifo per il Júbilo. Cantavo le canzoni di incoraggiamento del Júbilo con i compagni di classe. Di recente, il giocatore Jermain ha avuto un infortunio e questo è un duro colpo. Per quanto riguarda il baseball, vado spesso al Marine Stadium di Makuhari. Assisto spesso alle partite dei Chiba Lotte Marines. Per il Júbilo mi piace tutta la squadra, ma nel Lotte il mio giocatore preferito è Rōki Sasaki.”

Il suo shikona deriva da un famoso ristorante di hamburger a Shizuoka, ma non lo ha mai detto apertamente fino ad ora.

“Certo, tutti lo sanno, ma a Shizuoka c’è un ristorante chiamato ‘Sawayaka’. È da lì che ho preso il mio shikona. Quando si parla di hamburger, si pensa a ‘Sawayaka’. Gli altri lottatori di sumo mi dicono spesso: ‘Hai preso il tuo shikona da un hamburger, vero?’. A dire il vero, non ho chiesto il permesso. L’ho fatto di mia iniziativa. Quando ero alle scuole elementari e medie, il mio allenatore mi portava spesso lì dopo gli incontri. Gli hamburger danno molta energia. La verità è che, dopo i tornei, ho dei giorni liberi. In quei giorni, vado segretamente da solo fino a Mishima o Kannami, nella parte orientale della prefettura di Shizuoka, solo per mangiare un hamburger.”

Portando con orgoglio il suo shikona, ispirato dal suo cibo preferito per le competizioni, Sawayaka spera di diventare famoso in tutto il paese. Proprio come l’hamburger “Genkotsu” che si stringe con forza nel pugno, il suo amore per il sumo e per Shizuoka trabocca con passione e determinazione.

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Quote of the week

“Like a demon, you all go out to win. When you step out of the ring, you are gentle. For me that’s what dignity is. Yokozuna sumo… no matter if you are young or if you are old, even if you are a nice person, a good Yokozuna, if you don’t get results on the dohyo you should retire. I believe that winning is Yokozuna sumo

~ Hakuhō Shō